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lunedì 21 ottobre 2013

Da Rileggere: "Inchiesta sul Cristianesimo"!


Saluti a tutti!
Come sa chi mi segue da un certo tempo, io sono molto interessato ai misteri e alla storia di Gesù e del Cristianesimo. Credo che questo sia un mondo in cui c'è ancora moltissimo da scoprire.
Recentemente è uscito un testo di Bart Erhman intitolato “Gesù è mai esistito?”. Conosco l'autore, di cui ho già letto altri libri stupendi e credo che presto anche questo farà parte della mia libreria.
E anche della mia libreria “virtuale”, perché verrà recensito in questo Blog.
Ma intanto, voglio parlare di un libro non recentissimo ma secondo me piuttosto interessante. Si tratta di Inchiesta sul Cristianesimo, di Corrado Augias e Remo Cacitti.

Mondadori, 2008, prezzo  18,50.


È un testo del 2008 e quindi fa parte della serie “Da Rileggere”. Ed in effetti ho notato che c'è già qualche altra recensione in rete. Ma soprattutto ho notato che è stato, a suo tempo, un libro molto criticato, perché ha tirato fuori delle teorie che sono risultate poco gradite ad alcune sensibilità religiose.
Per sinteticità, rimando in proposito ai link di wikipedia.
Ora, io capisco il senso di queste critiche, ma non riesco a condividerne le motivazioni.
A me non sembra che il testo voglia sollevare questioni di tipo religioso o dogmatico. Non tocca, e non può farlo se vuole rimanere sul piano storico, le Verità di Fede.
Voglio dire: non mi sembra che si discuta della verginità della Madonna o dell'ascesa al Cielo di Cristo.
Che senso avrebbe farlo, del resto?
Non c'entra niente con la storia e con le ricerche documentali. Si tratta di Verità di Fede, e in quanto tali, in quell'ambito devono rimanere.
Diverso è il discorso invece, della ricerca, per esempio, dell'origine del celibato per i membri della Chiesa.
Dove affonda questa pratica? In quali tradizioni, in quali culture, in quali ragioni e modi di essere e di pensare?
E così via.
Su un sito ho letto una critica all'affermazione di Augias che nel XXI secolo “alla resurrezione dei morti oggi nessuno crederebbe” (pag.72 del libro). Mentre invece, viene scritto sul sito in questione, la maggioranza dei nordamericani e dei sudamericani, e un buon terzo degli europei, crede alla resurrezione di Gesù.
Ma certo. Solo che, da quanto ho capito io, Augias non si riferiva alla resurrezione di Cristo e neanche a quella successiva al Giudizio Universale, ma a quella che ognuno di noi dovrebbe fare qui, in terra. Nei primi tempi infatti, i primi cristiani credevano effettivamente ad una resurrezione dei corpi molto vicina.
Credo che
Augias abbia ragione nel dire (se ho capito bene) che oggi, nel mondo occidentale, nessuno crede che si possa risorgere in questa vita come ha fatto Gesù. Diversa è la resurrezione di Cristo o quella dei beati dopo la fine del mondo (che sono entrambe verità di fede).

Il libro però, questo è da dirsi, esprime effettivamente delle critiche nei confronti della gerarchia ecclesiastica. Nonostante le aperture sulle ricerche storiche sul Nuovo Testamento fatte dal concilio Vaticano II, a partire da una ventina d'anni, la Chiesa ha mostrato una nuova chiusura verso di esse (ma non è detto che questo chiusura duri).. E su questo, gli autori del libro, sono molto critici (vedi le pagg. 22 e 39.
Sarei disposto a battermi perché ciascuno abbia il diritto di sostenere la sua opinione”, scrive il Cacitti a pag.39, “La prospettiva scientifica, però, ha un suo carattere. Se mi batto per l'autonomia degli altri metodi, mi batto anche per l'autonomia del mio. Sono uno storico, non un mistico né un religioso. Non devo contribuire a suscitare la fede o a edificare la Chiesa, ma solo rispondere ai miei principi deontologici fissati da un metodo e dalla coscienza”.
Mi sembrano affermazioni del tutto condivisibili.

Ma veniamo al contenuto del libro.
Il titolo completo ne spiega già il contenuto: Inchiesta sul Cristianesimo. Come si costruisce una religione.
Certo, già da questa frase sembra emergere una posizione. Però, non si deve pensare che il testo sveli chissà quali macchinazioni segrete e pericolose. Semplicemente vengono riportate le tappe principali attraverso cui il Cristianesimo è diventato una religione, e tra l'altro una religione vincente.
Viene dato ovviamente molto risalto all'opera di San Paolo, così come è ritenuto tra l'altro dalla maggioranza degli studiosi. Quest'opera viene descritta abbastanza bene nei particolari. Vengono descritti i rapporti con gli altri apostoli, con Pietro e Giacomo in particolare.
Si passa poi ad osservare l'evoluzione del Cristianesimo negli anni e poi nei secoli successivi. Si tratta sostanzialmente di una storia del Cristianesimo dopo la morte di Cristo insomma.
Certo, vengono prese delle posizioni chiare, come quando si afferma che Gesù non aveva intenzione di fondare una nuova religione, o che la sua frase Tu es Petrus andava interpretata diversamente. Un cristiano potrebbe non condividere tutto questo, e può tranquillamente dibatterci sopra. Tra l'altro, personalmente, ho trovato un po' confusa e poco chiara questa parte. Ma è una mia impressione.
Grande importanza viene data al ruolo di Costantino e alla sua apertura verso la nuova religione. Certo, si cerca di ricostruire le motivazioni storico-politiche di tutto questo. Così come si dà importanza (ben motivandola) all'azione di Sant'Agostino.

Insomma, io credo che questo testo potrebbe risultare una lettura interessante sia per un cristiano che per un non cristiano. Tutti e due avrebbero di che dibattere e di che riflettere.
Però, per chi ama le ricerche di tipo più “filologico”, consiglierei i libri del già citato Erhman, ed in particolare il bellissimo “Gesù non l'ha mai detto”, di cui prima o poi voglio assolutamente scrivere una recensione.
Il libro di Augias-Cacitti invece, procede in maniere un po' troppo colloquiale. E del resto si svolge proprio come un colloquio: Augias fa le domande (dopo una breve introduzione per ogni capitolo) e Cacitti (docente di Letteratura cristiana antica e Storia del Cristianesimo all'Università di Milano) risponde. Certo, la lettura risulta gradevole, ma mi sembra a volte che il testo non approfondisca alcune questioni o che le lasci un po' in sospeso. E questo, a chi non è del tutto digiuno dell'argomento può non risultare soddisfacente. Cosa che avviene molto di meno col libro di Erhman.

Per il resto, anche qui ho imparato molte cose, visto che in fondo la tematica è diversa: si parla poco di Gesù, e moltissimo del “dopo”.

Se l'argomento vi interessa, provate a leggerlo.

Un saluto.

E alla prossima.






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