Saluti
a tutti!
Come
sa chi mi segue da un certo tempo, io sono molto interessato ai
misteri e alla storia di Gesù e del Cristianesimo. Credo che questo
sia un mondo in cui c'è ancora moltissimo da scoprire.
Recentemente
è uscito un testo di Bart Erhman intitolato “Gesù è
mai esistito?”. Conosco l'autore, di cui ho già letto altri
libri stupendi e credo che presto anche questo farà parte della mia
libreria.
E
anche della mia libreria “virtuale”, perché verrà recensito in
questo Blog.
Ma
intanto, voglio parlare di un libro non recentissimo ma secondo me
piuttosto interessante. Si tratta di Inchiesta
sul Cristianesimo, di Corrado
Augias e Remo Cacitti.
Mondadori, 2008, prezzo 18,50.
Mondadori, 2008, prezzo 18,50.
È
un testo del 2008 e quindi fa parte della serie
“Da Rileggere”. Ed in effetti ho notato che c'è già
qualche altra recensione in rete. Ma soprattutto ho notato che è
stato, a suo tempo, un libro molto criticato, perché ha tirato fuori
delle teorie che sono risultate poco gradite ad alcune sensibilità
religiose.
Per
sinteticità, rimando in proposito ai link di wikipedia.
Ora,
io capisco il senso di queste critiche, ma non riesco a condividerne
le motivazioni.
A
me non sembra che il testo voglia sollevare questioni di tipo
religioso o dogmatico. Non tocca, e non può farlo se vuole
rimanere sul piano storico, le Verità di Fede.
Voglio
dire: non mi sembra che si discuta della verginità della Madonna o
dell'ascesa al Cielo di Cristo.
Che
senso avrebbe farlo, del resto?
Non
c'entra niente con la storia e con le ricerche documentali. Si tratta
di Verità di Fede, e in quanto tali, in quell'ambito devono
rimanere.
Diverso
è il discorso invece, della ricerca, per esempio, dell'origine del
celibato per i membri della Chiesa.
Dove
affonda questa pratica? In quali tradizioni, in quali culture, in
quali ragioni e modi di essere e di pensare?
E
così via.
Su un sito ho letto una critica all'affermazione di Augias
che nel XXI secolo “alla resurrezione dei morti oggi nessuno
crederebbe” (pag.72 del libro). Mentre invece, viene scritto sul
sito in questione, la maggioranza dei nordamericani e dei
sudamericani, e un buon terzo degli europei, crede alla resurrezione
di Gesù.
Ma
certo. Solo che, da quanto ho capito io, Augias
non si riferiva alla resurrezione di Cristo e neanche a quella
successiva al Giudizio Universale, ma a quella che ognuno di noi
dovrebbe fare qui, in terra. Nei primi tempi infatti, i primi
cristiani credevano effettivamente ad una resurrezione dei corpi
molto vicina.
Credo che Augias abbia ragione nel dire (se ho capito bene) che oggi, nel mondo occidentale, nessuno crede che si possa risorgere in questa vita come ha fatto Gesù. Diversa è la resurrezione di Cristo o quella dei beati dopo la fine del mondo (che sono entrambe verità di fede).
Credo che Augias abbia ragione nel dire (se ho capito bene) che oggi, nel mondo occidentale, nessuno crede che si possa risorgere in questa vita come ha fatto Gesù. Diversa è la resurrezione di Cristo o quella dei beati dopo la fine del mondo (che sono entrambe verità di fede).
Il
libro però, questo è da dirsi, esprime effettivamente delle
critiche nei confronti della gerarchia ecclesiastica. Nonostante le
aperture sulle ricerche storiche sul Nuovo Testamento fatte dal
concilio Vaticano II, a partire da una ventina d'anni, la Chiesa ha
mostrato una nuova chiusura verso di esse (ma non è detto che questo
chiusura duri).. E su questo, gli autori del libro, sono molto
critici (vedi le pagg. 22 e 39.
“Sarei
disposto a battermi perché ciascuno abbia il diritto di sostenere la
sua opinione”, scrive il Cacitti a pag.39, “La prospettiva
scientifica, però, ha un suo carattere. Se mi batto per l'autonomia
degli altri metodi, mi batto anche per l'autonomia del mio. Sono uno
storico, non un mistico né un religioso. Non devo contribuire a
suscitare la fede o a edificare la Chiesa, ma solo rispondere ai miei
principi deontologici fissati da un metodo e dalla coscienza”.
Mi
sembrano affermazioni del tutto condivisibili.
Ma
veniamo al contenuto del libro.
Il
titolo completo ne spiega già il contenuto: Inchiesta sul
Cristianesimo. Come si costruisce una religione.
Certo,
già da questa frase sembra emergere una posizione. Però, non si
deve pensare che il testo sveli chissà quali macchinazioni segrete e
pericolose. Semplicemente vengono riportate le tappe principali
attraverso cui il Cristianesimo è diventato una religione, e tra
l'altro una religione vincente.
Viene
dato ovviamente molto risalto all'opera di San Paolo, così come è
ritenuto tra l'altro dalla maggioranza degli studiosi. Quest'opera
viene descritta abbastanza bene nei particolari. Vengono descritti i
rapporti con gli altri apostoli, con Pietro e Giacomo in particolare.
Si passa poi ad osservare l'evoluzione del Cristianesimo negli anni e poi nei secoli successivi. Si tratta sostanzialmente di una storia del Cristianesimo dopo la morte di Cristo insomma.
Si passa poi ad osservare l'evoluzione del Cristianesimo negli anni e poi nei secoli successivi. Si tratta sostanzialmente di una storia del Cristianesimo dopo la morte di Cristo insomma.
Certo,
vengono prese delle posizioni chiare, come quando si afferma che Gesù
non aveva intenzione di fondare una nuova religione, o che la sua
frase Tu
es Petrus
andava interpretata diversamente. Un cristiano potrebbe non
condividere tutto questo, e può tranquillamente dibatterci sopra.
Tra l'altro, personalmente, ho trovato un po' confusa e poco chiara
questa parte. Ma è una mia impressione.
Grande
importanza viene data al ruolo di Costantino e alla sua apertura
verso la nuova religione. Certo, si cerca di ricostruire le
motivazioni storico-politiche di tutto questo. Così come si dà
importanza (ben motivandola) all'azione di Sant'Agostino.
Insomma,
io credo che questo testo potrebbe risultare una lettura interessante
sia per un cristiano che per un non cristiano. Tutti e due avrebbero
di che dibattere e di che riflettere.
Però,
per chi ama le ricerche di tipo più “filologico”, consiglierei i
libri del già citato Erhman,
ed in particolare il bellissimo “Gesù
non l'ha mai detto”,
di cui prima o poi voglio assolutamente scrivere una recensione.
Il
libro di Augias-Cacitti
invece,
procede in maniere un po' troppo colloquiale. E del resto si svolge
proprio come un colloquio: Augias
fa le domande (dopo una breve introduzione per ogni capitolo) e
Cacitti
(docente di Letteratura cristiana antica e Storia del Cristianesimo
all'Università di Milano) risponde. Certo, la lettura risulta
gradevole, ma mi sembra a volte che il testo non approfondisca alcune
questioni o che le lasci un po' in sospeso. E questo, a chi non è
del tutto digiuno dell'argomento può non risultare soddisfacente.
Cosa che avviene molto di meno col libro di Erhman.
Per
il resto, anche qui ho imparato molte cose, visto che in fondo la
tematica è diversa: si parla poco di Gesù, e moltissimo del “dopo”.
Se
l'argomento vi interessa, provate a leggerlo.
Un
saluto.
E
alla prossima.
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