Da poco è uscito un libro dedicato ad una storia attualissima, anzi
che ancora, per molti versi, si deve concretizzare: quella degli
Stati Uniti d'Europa.
“Breve storia del futuro degli Stati Uniti d’Europa”. Questo è infatti il titolo del libro, scritto da Elido Fazi e Gianni Pittella. Un libro che in realtà si muove tra il quanto è stato fatto finora, in Europa, e il quanto si dovrà fare, o almeno si spera che si dovrebbe fare.
“Breve storia del futuro degli Stati Uniti d’Europa”. Questo è infatti il titolo del libro, scritto da Elido Fazi e Gianni Pittella. Un libro che in realtà si muove tra il quanto è stato fatto finora, in Europa, e il quanto si dovrà fare, o almeno si spera che si dovrebbe fare.

Elido Fazi - Gianni Pittella Breve storia del futuro degli Stati Uniti d'Europa Uscita: 14 marzo 2013 Casa Editrice: Fazi Prezzo: 14,50 euro |
Personalmente non sono
un grande fan dell'Europa, e quindi mi è costato un po'
avvicinarmi ad un libro, la cui prospettiva è decisamente a favore
di questa unità politico-economica.
Tuttavia l'ho letto fino alla
fine e nell'insieme non mi è dispiaciuto.
Il testo si dispiega in 12
capitoli, che descrivono alcune tappe significative
avvenute tra il febbraio e il dicembre del
2012. E certamente risulterà interessante a chi vuole
conoscere degli avvenimenti che sicuramente non sono molto noti al
grande pubblico. Magari anche perché, alcuni, non molto considerati
dalla stampa. Ma sono presenti anche, a tratti, i commenti di famosi
giornalisti su questo o quell'episodio.
È un piccolo testo di “storia
contemporanea”, nel vero senso del termine.
Un altro aspetto apprezzabile è la
precisione con cui vengono definiti e descritti i vari organismi
europei. Vengono riportate, tra l'altro, alcune direttive importanti,
come il MIFID (un'iniziativa
volta a creare un mercato più integrato tra i vari Stati membri), ma
che probabilmente conoscono in pochi.
Il punto di partenza, che gli autori
ritengono molto significativo, è un discorso fatto dalla Merkel
nel febbraio 2012, in cui auspicava l'avvento di un'Europa
intesa come unità politica e non solo economico, con un
ruolo molto forte del Parlamento e del Consiglio europei. Un'unione
federale dunque, dove potrebbe esserci persino l'elezione diretta del
Presidente della Commissione Europea.
Certo, una cosa del genere, cioè una realtà in cui gli interessi nazionali venissero messi da parte per dar vita ad un unico governo, un'unica governance, un unico quadro d'intenti, sarebbe una cosa bellissima!
Ma finora non è stato così!
Nei documenti prodotti dai referenti europei i riferimenti all'unione politica sono ancora piuttosto vaghi e indefiniti. Anche se certo, qualche indicazione è stata emanata.
Certo, una cosa del genere, cioè una realtà in cui gli interessi nazionali venissero messi da parte per dar vita ad un unico governo, un'unica governance, un unico quadro d'intenti, sarebbe una cosa bellissima!
Ma finora non è stato così!
Nei documenti prodotti dai referenti europei i riferimenti all'unione politica sono ancora piuttosto vaghi e indefiniti. Anche se certo, qualche indicazione è stata emanata.
Procedendo nel racconto degli eventi,
si torna spesso a guardare indietro, a indicare e a riconsiderare le
principali tappe dell'unificazione europea. Armonicamente
sono messi insieme il viaggio della Merkel
in Cina e di Monti oltreoceano,
con quello di Guido Carli a
Maastricht e di De Gasperi negli
Stati Uniti; o di Prodi a
Valencia e di Draghi a Londra.
Probabilmente lo scopo di tutto questo
non è solo informativo, di ricostruire le tappe dell'Europa, ma è
anche quello di cercare di recuperare il “senso” dell'Europa, le
motivazioni con cui si era pensato di farla nascere.
La lettura del testo è gradevole e scorrevole, e soprattutto è molto chiara, anche se gli argomenti trattati sono, di per sé, un po' complicati.
Lo scopo del libro, secondo me, è
quello di cercare di capire come e se potrà
trasformarsi l'Europa per avere un senso, nel futuro. Gli
autori ritengono che l'Unione dovrebbe dar vita a una nuova Bretton
Woods, per costruire un nuovo ordine monetario
internazionale, basato non più sul dominio del capitalismo
finanziario, ma su una visione civile del mondo.
Per questo hanno una visione molto
critica del modo con cui è stata affrontata la crisi.
E fin qui sono sostanzialmente
d'accordo.
È chiaro che l'Europa potrà avere un
futuro, un senso, un significato, se cambierà la prospettiva con cui
guarderà al mondo, alla finanza, all'economia. Se sarà un'unione in
tutti i sensi, se si guarderà, come scrivono gli autori, a quello
che ci unisce più che a quello che ci divide.
Tuttavia, a me sembra che questa
proposta non sia facilmente realizzabile.
Gli autori poi, esprimono dei dubbi
anche contro l'austerity, che
certamente non sta producendo ricchezza, anche se però, mi è
sembrato, cercano di rilevarne qualche aspetto positivo. E su questo,
personalmente, non mi sento di essere d'accordo.
Comunque, è un libro da leggere e su cui dibattere!
Comunque, è un libro da leggere e su cui dibattere!
Alla prossima.
Saluti.
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