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sabato 5 ottobre 2013

Recensione: Breve storia del futuro degli Stati Uniti d'Europa!


Da poco è uscito un libro dedicato ad una storia attualissima, anzi che ancora, per molti versi, si deve concretizzare: quella degli Stati Uniti d'Europa.
“Breve storia del futuro degli Stati Uniti d’Europa”. Questo è infatti il titolo del libro, scritto da Elido Fazi e Gianni Pittella. Un libro che in realtà si muove tra il quanto è stato fatto finora, in Europa, e il quanto si dovrà fare, o almeno si spera che si dovrebbe fare.





Elido Fazi - Gianni Pittella
Breve storia del futuro degli Stati Uniti d'Europa

Uscita: 14 marzo 2013

Casa Editrice: Fazi
Prezzo: 14,50 euro
Personalmente non sono un grande fan dell'Europa, e quindi mi è costato un po' avvicinarmi ad un libro, la cui prospettiva è decisamente a favore di questa unità politico-economica.
Tuttavia l'ho letto fino alla fine e nell'insieme non mi è dispiaciuto.
Il testo si dispiega in 12 capitoli, che descrivono alcune tappe significative avvenute tra il febbraio e il dicembre del 2012. E certamente risulterà interessante a chi vuole conoscere degli avvenimenti che sicuramente non sono molto noti al grande pubblico. Magari anche perché, alcuni, non molto considerati dalla stampa. Ma sono presenti anche, a tratti, i commenti di famosi giornalisti su questo o quell'episodio.
È un piccolo testo di “storia contemporanea”, nel vero senso del termine.

Un altro aspetto apprezzabile è la precisione con cui vengono definiti e descritti i vari organismi europei. Vengono riportate, tra l'altro, alcune direttive importanti, come il MIFID (un'iniziativa volta a creare un mercato più integrato tra i vari Stati membri), ma che probabilmente conoscono in pochi.
Il punto di partenza, che gli autori ritengono molto significativo, è un discorso fatto dalla Merkel nel febbraio 2012, in cui auspicava l'avvento di un'Europa intesa come unità politica e non solo economico, con un ruolo molto forte del Parlamento e del Consiglio europei. Un'unione federale dunque, dove potrebbe esserci persino l'elezione diretta del Presidente della Commissione Europea.
Certo, una cosa del genere, cioè una realtà in cui gli interessi nazionali venissero messi da parte per dar vita ad un unico governo, un'unica governance, un unico quadro d'intenti, sarebbe una cosa bellissima!
Ma finora non è stato così!
Nei documenti prodotti dai referenti europei i riferimenti all'unione politica sono ancora piuttosto vaghi e indefiniti. Anche se certo, qualche indicazione è stata emanata.

Procedendo nel racconto degli eventi, si torna spesso a guardare indietro, a indicare e a riconsiderare le principali tappe dell'unificazione europea. Armonicamente sono messi insieme il viaggio della Merkel in Cina e di Monti oltreoceano, con quello di Guido Carli a Maastricht e di De Gasperi negli Stati Uniti; o di Prodi a Valencia e di Draghi a Londra.
Probabilmente lo scopo di tutto questo non è solo informativo, di ricostruire le tappe dell'Europa, ma è anche quello di cercare di recuperare il “senso” dell'Europa, le motivazioni con cui si era pensato di farla nascere.

La lettura del testo è gradevole e scorrevole, e soprattutto è molto chiara, anche se gli argomenti trattati sono, di per sé, un po' complicati.
Lo scopo del libro, secondo me, è quello di cercare di capire come e se potrà trasformarsi l'Europa per avere un senso, nel futuro. Gli autori ritengono che l'Unione dovrebbe dar vita a una nuova Bretton Woods, per costruire un nuovo ordine monetario internazionale, basato non più sul dominio del capitalismo finanziario, ma su una visione civile del mondo.
Per questo hanno una visione molto critica del modo con cui è stata affrontata la crisi.
E fin qui sono sostanzialmente d'accordo.
È chiaro che l'Europa potrà avere un futuro, un senso, un significato, se cambierà la prospettiva con cui guarderà al mondo, alla finanza, all'economia. Se sarà un'unione in tutti i sensi, se si guarderà, come scrivono gli autori, a quello che ci unisce più che a quello che ci divide.
Tuttavia, a me sembra che questa proposta non sia facilmente realizzabile.
Gli autori poi, esprimono dei dubbi anche contro l'austerity, che certamente non sta producendo ricchezza, anche se però, mi è sembrato, cercano di rilevarne qualche aspetto positivo. E su questo, personalmente, non mi sento di essere d'accordo.

Comunque, è un libro da leggere e su cui dibattere!

Alla prossima.

Saluti.





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