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venerdì 18 luglio 2014

Recensione: Le stelle senza cielo!

Ho appena finito di leggere il bellissimo libro di Angiola Tremonti, Le stelle senza cielo (Zecchini Editore, 220 pagine con cd allegato, 19 euro).
Si tratta di una raccolta di cinque storie. Ed io l'ho letto di sera, in cinque serate, ognuna dedicata ad una storia diversa. Infatti, ho voluto assaporare appieno ogni storia, lasciando che provocasse in me l'insorgre di pensieri, riflessioni, emozioni.


Non stiamo parlando di una semplice raccolta di racconti. C'è un filo conduttore che unisce tutte le storie, perché tutte sono dedicate a delle donne a cui il destino ha assegnato il duro compito di dover affrontare un gravissimo problema esistenziale.
Purtroppo non è possibile anticipare di quali problemi si tratta perché si rischierebbe lo spoiler. Il che, in questo caso, risulterebbe assai spiacevole, visto che l'autrice fa sì che il lettore scopra man mano, in una lettura tesa e coinvolgente, qual è il dramma vissuto della protagonista.
Cosa che, tra l'altro, rende "magnetico" il testo!

Una donna, partita per una vacanza con lo scopo di "staccare" completamente dai problemi e dal tran tran della sua quotidianità, trova casualmente nella biblioteca dell'albergo cinque quadernetti scritti a mano. Non si sa perché sono lì, né chi li ha lasciati. Presa dalla curiosità, comincia a leggerli, e dentro vi trova tutto un mondo. Ci sono tutte le donne di questo pianeta. Perché tutte le donne provano -prima o poi, in un modo o nell'altro- le loro sensazioni. Ma ovviamente ci trova anche sé stessa: ci sono io in qulle righe. Perché conosco quel desiderio di cambiare [...] quella voglia di essere protagoniste della propria vita. Di fare le scelte giuste.
Ogni storia ricostruisce il quadro di un'esistenza, di un percorso da cui la protagonista è uscita trasformata, cambiata. Ed in meglio.
Forse i quadernetti sono dei resoconti fatti ad un terapeuta, chi lo sa! Rimane quest'aura di mistero.

Nella lettura non bisogna farsi ingannare dallo stile dei primi due capitoli, fatto di piccole frasi e continui "a capo". La parte relativa alle storie è strutturata in modo diverso. Nel testo comunque, c'è un crescendo di tensione. I racconti sono tutti molto belli e toccanti, ma quelli che a me sono piaciuti di più sono gli ultimi tre. Ma naturalmente questo dipende da gusti personali.

E' evidente che il testo vuole trattare della condizione femminile. Tuttavia, a parte il primo racconto, più specifico per le donne, gli altri possono essere letti anche come degli spaccati di esistenze umane in generale, di uomini o di donne. E del resto, già nella frase che apre il libro c'è questa chiave di lettura: 

Quello che il vento fa alle rocce, il tempo fa agli esseri umani.

Li modella, afferma l'autrice, li scolpisce, li cambia.
Mi è piaciuta questa introduzione! L'ho trovata molto "mia": 
L'anima, più della pelle, infatti, porta addosso i segni di ciò che ci succede. [...]. Certi sguardi, certe parole, certi gesti ancora di più. Lasciano impronte indelebili. Lì per lì quasi non ce ne accorgiamo. "Cosa vuoi che sia", pensiamo con un eccesso di leggerezza, come si trattasse di piccoli graffi. [...]. E invece. [...] basta niente -una parola, un'immagine, un frammento di canzone, un odore- e quelle tornano a farsi sentire.

Mi è piaciuta molto poi, l'idea di inquadrare le storie come una sorta di vie di una città. Ad ogni racconto è legata una strada che ha che vedere con il percorso esistenziale della protagonista: Via del dubbio, Via dell'illusione, Via dell'oro, ecc.. Questa guida è un romanzo. scrive l'autrice. La guida di quella città che ciascuno porta dentro di sé.

Il libro è corredato da un cd contenente dei brani del testo (letti da Daniele Monachella) accompagnati da una soffusa colonna sonora, e delle canzoni cantate da Adriana Zecchini. Le musiche sono di Andrea Ferrante.






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