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 | Arrigo Petacco La storia ci ha mentito 2015 Oscar Storia Mondadori 14 euro  | 
Nel libro «La storia ci ha mentito», Arrigo Petacco riporta una testimonianza abbastanza sconcertante. Una testimonianza tratta da Edda, figlia di Mussolini e moglie di Galeazzo Ciano.
Pare infatti che Edda fosse solita raccogliere dentro dei quaderni quanto le 
dicesse il padre in alcune occasioni. Questi quaderni -se mai sono 
esistiti- sono andati distrutti: forse li bruciò lei stessa prima di 
morire. Però, la donna tendeva a raccontare quelle stesse cose ad un suo 
amico presso cui era spesso ospite: un certo Domenico Olivieri. 
Quest'ultimo raccolse quelle confidenze su dei brogliacci che poi 
consegnò a Petacco.
E' evidente che una testimonianza storica di 
questo tipo lascia aperti molti dubbi (la stessa Edda disse:  «Sono la 
flglia del Duce e nessuno mi crederà»), però è pur sempre una 
testimonianza di cui si deve tenere conto.
Su questa base, si può 
aprire un nuovo quadro su quelle che furono le posizioni di Mussolini in
 alcuni momenti storici, e in particolare nel rapporto con la Germania e
 le altre potenze europee. Sembrerebbe, per esempio, che il Duce, prima della Seconda Guerra Mondiale, avrebbe
 fatto di tutto per cercare di isolare i tedeschi e di stringere 
alleanze con i futuri Alleati, e che furono questi ultimi a spingerlo 
tra le braccia di Hitler. E fin qui, la cosa non saebbe del tutto una novità. E' abbastanza noto, del resto, che Mussolini non apprezzava affatto Hitler. E non c'è dubbio sul fatto che Inghilterra e Francia non furono teneri con l'Italia dopo la guerra d'Etiopia.
Ma la testimonianza di Olivieri-Edda si allarga ancora, fino ad arrivare a dire che la firma del Patto d'acciaio così come la conosciamo fu un errore di Ciano, piuttosto che una volontà di Mussolini!
Sempre a dire di Olivieri-Edda, Mussolini avrebbe cercato, per un certo periodo, di far entrare nel suo governo persino i socialisti. E questo progetto sarebbe naufragato a causa dell'attentato di Matteotti. Non c'è dubbio sul fatto che dopo quell'omicidio, ogni tentativo sarebbe stato inutile, ma naturalmente questo non ci dà nessuna sicurezza su quell'ipotesi.
Ma proprio la parte relativa all'assassinio Matteotti è quella più succosa del libro. Secondo Edda-Olivieri, non fu Mussolini ad ordinare l'attentato. E in proposito, Petacco riporta tutta una serie di  argomentazioni per spiegare che la storia ci avrebbe mentito. Però, c'è da dire che, per quanto ne so, gli storici non hanno poi tutta questa convinzione sulla colpevolezza di Mussolini!
Il libro, in alcuni casi, più che svelare le «menzogne» della storia, vuole -a mio parere- dissipare alcuni luoghi comuni diffusi nell'opinione pubblica, ma non tra gli storici. 
Un'altra parte interessante è quella relativa alla morte di Galeazzo Ciano. Secondo le rivelazioni di un confessore di Edda e di suo padre, Mussolini aveva tutti altri progetti per il genero. Ma per questo, rimando alla lettura del libro.
Piccola recensione sul libro.
Il giudizio, nell'insieme, è positivo. Vengono spiazzati via alcuni luoghi 
comuni molto diffusi, e questo fa sempre bene. Inoltre, la lettura risulta piacevole ed interessante. Lo stile è colloquiale e l'esposizione chiara, come in tutti i testi di Petacco. Inoltre, i fatti riportati sono sempre quelli più curiosi ed intriganti.
Tuttavia, c'è da dire che l'autore inserisce qui molti argomenti già trattati in altri libri, come nell'«Archivio segreto di Mussolini», e che quindi non rappresentano certo una novità o chissà quale rivelazione. Inoltre, il titolo potrebbe risultare un po' fuorviante! Il testo non si riferisce alle «menzogne della storia», ma solo a quelle relative al Fascismo, al Nazismo e alla Seconda guerra mondiale (tra cui anche le questioni relative a Pearl Harbour). Si tratta di argomenti importanti, non lo metto in dubbio. Però, un altro titolo (certo, forse meno appetibile) sarebbe stato più corretto.
Comunque, per chi ama la storia e lo studio di quel ventennio, questo libro può risultare abbastanza gradevole.
Un saluto.
Alla prossima.
Enrico.


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