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giovedì 29 ottobre 2015

La Roma di Dante: Ponte Sant'Angelo e il Giubileo!

Buongiorno a tutti e ben ritrovati.

Eccoci ad un nuovo appuntamento de

I luoghi di Dante


cioè, della rassegna di tutti i luoghi che hanno avuto a che vedere con il Poeta, perché visti da lui personalmente o perché citati nelle sue opere.
Abbiamo inziato con Roma
Qui trovi la parte relativa all'Albergo dell'Orso.
E qui trovi quella su Monte Mario, Balduina, e via Trionfale.

Ma continuiamo.
Abbiamo visto che molto probabilmente Dante visitò la città eterna in occasione del Giubileo del 1300. La cosa non sarebbe strana, visto il gran numero di visiatori che scese nella città in quell'anno.


A Roma, in quell'occasione, si trovava anche il famoso cronista Giovanni VIllani, il quale, anzi, proprio dalla visione di tutta quella folla e delle grandezze di Roma, fu spinto a scrivere la sua Cronica.
Il Giubileo del 1300 -il primo Giubileo della storia- fu indetto in febbraio dal Papa Bonifacio VIII con la bolla Antiquorum habet (qui un'immagine dell'antica bolla in latino): a chiunque avesse visitato entro l’anno le Basiliche di San Pietro e di San Paolo sarebbe stata concessa l’indulgenza plenaria. Non stupisce, quindi, che arrivasse in città  una folla immensa. Cosa che certamente fece felici gli albergatori e i ristoratori dell'epoca!


Ma Dante vide la Roma giubilare?
C'è un passo della Commedia che fa pensare di sì. Nel canto XVIII dell’Inferno, infatti, il Poeta  paragona il procedere in due sensi opposti di due file di peccatori (ruffiani e seduttori) all'interno di una bolgia ai pellegrini che, sul ponte Sant’Angelo, durante il Giubileo, si incrociavano, gli uni diretti verso San Pietro, gli altri, di ritorno, verso il Monte Giordano
In pratica, i dannati si muovono su due file, così

come i Roman per l'essercito molto,
l'anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,  

che da l'un lato tutti hanno la fronte
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro,
da l'altra sponda vanno verso 'l monte.

Inferno, XVIII, 28-33.

Cioè, gli organizzatori del Giubileo, per agevolare il passaggio dei pellegrini su quello che all'epoca era l'unico ponte per andare verso San Pietro, avevano stabilito due file: una verso Castel Sant'Angelo (e quindi verso San Pietro) e una verso la parte opposta (la piccola collinetta del Monte Giordano).

Il ponte era l'attuale «Ponte Sant'Angelo».


Il Monte Giordano era la collinetta che si apriva dall'altra parte del ponte e che era stata formata molto probabilmente dai detriti dello scalo fluviale di Tor di Nona. Attualmente, questo luogo è ricordato da una via adiacente a via di Panìco.


Naturalmente, la basilica di San Pietro, allora, era molto diversa da quella attuale (fatta costruire da Giulio II a partire dal 1506) . Risaliva all'epoca di Costantino, e doveva avere pressappoco questo aspetto:



Questo passo della Commedia fa pensare che Dante possa essere stato a Roma in quel periodo e che possa aver visto di persona la strategia attuata sul ponte. Soprattutto perché questa descrizione è presente (almeno nei documenti rimastici) solo nella Commedia.
E' vero però che Dante era bravissimo a fare delle descrizioni di luoghi non visti e che poteva aver sentito parlare di questa cosa da altri pellegrini.
Tuttavia, rimane saldo tutto il fascino di questo piccolo quadretto della Roma dell'epoca inserito tra le pieghe dei versi del Poema!

Alla prossima.

N.B.
Le foto sono tratte da Wikipedia

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