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mercoledì 2 marzo 2016

La maledizione (svelata) del Titanic!

Ben ritrovati.

Ho avuto modo di leggere un simpatico libretto, una sorta di pamphlet scritto da Massimo Polidoro, relativo al Titanic: La maledizione del Titanic.



Polidoro è un noto «investigatore del mistero» e del paranormale, tanto che è attualmente segretario nazionale del Cicap, l'organizzazione che ha come scopo -cito dal loro sito- di promuovere «un'indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell'insolito».
Premetto subito che non condivido sempre e del tutto l'impostazione e le idee del Cicap, e che non sempre mi trovo d'accordo con le affermazioni dei suoi aderenti, tra cui anche lo stesso Polidoro. Personalmente credo che la cosiddetta «realtà» sia qualcosa che va ben oltre quello che può essere misurato «scientificamente»! Ma questo è un mio parere personale.
Tuttavia, è anche vero che il mondo è pieno di imbroglioni e falsificatori che è giusto smascherare. E questo, il Cicap lo sa fare molto bene!
Così, mi sento di consigliare questo libricino perché mi sembra molto ben fatto. Pur nella sua sinteticità, infatti, riesce a trattare l'argomento in modo documentato ed approfondito.




L'argomento, è subito evidente, è quello dell'affondamento del Titanic, la straordinaria nave che il 15 aprile 1912 entrò in collisione con un iceberg e che in sole tre ore affondò nell'Oceano trascinando con sé oltre 1.500 persone. Un episodio che suscitò subito molto clamore, non solo per la sua tragicità, ma anche per il contrasto con il «mito» che si era creato intorno ad una nave descritta e ritenuta da tutti come inaffondabile. La risonanza dell'evento fu tale che ben presto venne assegnato a sibolo della fine di un'epoca, quella della Belle Époque, un periodo di grande ottimismo andato poi a «sbattere» contro la Prima Guerra Mondiale.

La cause del disastro, ormai è abbastanza noto, furono diverse. Alcune responsabilità ancora non sono state chiarite, ma in linea di massima si può dire che le cause furono dovute soprattutto ad errori umani, alla presunzione di chi sottovalutò i rischi (vedette non fornite di binocolo, velocità eccessiva in una zona piena di iceberg, carenza di scialuppe di salvataggio, ecc.).
Tuttavia, subito dopo l'evento emersero alcune voci relative a premonizioni, sogni, preveggenze che avrebbero anticipato il fatto, e che -se fossero ascoltati-avrebbero potuto prevenirlo.
Naturalmente, si tratta di «segnali» la cui affidabilità è abbastanza facile da smontare. Tuttavia, c'è un episodio interessante, anche se abbastanza noto. Nel 1898, Morgan Andrew Robertson pubblicò un racconto intitolato Futility (Vanità) e che raccontava il naufragio di una nave molto simile al Titanic: il Titan. Sia la descrizione della nave che quella del naufragio hanno veramente molte affinità con l'evento reale. Si tratta dunque di una premozione?
Ovviamente no. La somiglianza è facilmente spiegabile, e Polidoro, nel suo libro, mostra il perché. Ma qui, in due parole, diciamo solo che non era una cosa assurda -una volta che si voleva immaginare un incidente di una grande nave- né pensare ad un iceberg, né ai numeri del Titanic, e neanche allo stesso nome «Titan» (visto i nomi che la stessa compagnia del Titanic aveva già dato, prima dell'uscita del libro, ad altre navi: Oceanic, Teutonic, Majestic, ecc.)! Certo, rimane vero che fu una straordinaria coincidenza il fatto che a naufragare fu proprio la nave che portava quel nome!

Il testo è diviso in 7 parti. Nella prima viene descritto (con numeri e dati) l'evento. Nel secondo, i vari «presagi». Un intero capitolo è dedicato alla questione del Titan. Il capitolo 4 approfondisce la questione della «maledizione» del Titanic. Il capitolo 5 smonta tutte le teorie paranormali indicate prima. Ma è interessante anche il capitolo 6, dedicato alle varie inchieste fatte -in America e in Inghilterra- per determianre le cause del disastro. L'ultimo capitolo, infine, è dedicato agli approfondimenti: vengono indicati libri, film, documentari, canzoni, ecc..
Naturalmente, tra questi ultimi, sono presenti anche il famosissimo film di Cameron del 1997 e l'album (da me molto amato) di Francesco de Gregori (di quest'ultimo, segnalo due canzoni: Titanic e I muscoli del capitano).

Il libro è molto piccolo (113 pagine) ed è corredato da una bibliografia. E risale al 1998.
Per completezza, aggiungo che Polidoro, recentemente, ha scritto un altro libro sul Titanic, un romanzo, intitolato Titanic. Un viaggio che non dimenticherete (Edizioni Piemme, 2012).


Saluti a tutti.
Alla prossima.

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