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giovedì 31 marzo 2016

La straordinaria capacità attrattiva dei criminali al potere!

Ben ritrovati!

Oggi voglio toccare un argomento di estrema attualità: la follia omicida che guida e che ha guidato in passato feroci regimi e crudeli dittatori.
Le atrocità dell'Isis e dei vari regimi dittatoriali devono per forza trovare una spiegazione. Certo, sono quasi sempre sorretti da ragioni economiche e politiche. Ma forse il loro successo si può spiegare anche in un altro modo. In qualcosa, per dir così, di «psicologico».

Tutti conosciamo l'enormità dei crimini compiuti dai grandi dittatori, quali Hitler, Stalin, Pol Pot, ecc.. E tutti, probabilmente, ci saremo chiesti quantomeno due cose.
Primo: da cosa nascono questi crimini?
Derivano da interesssi specifici, magari economici o politici? O sono solo frutto della mente malata di questi dittatori e dei loro proseliti?
Secondo: come è possibile che la popolazione, o almeno gran parte di essa, possa aver accettato delle atrocità di questo tipo?

So bene che molti sono convinti del fatto che dietro a questi crimini ci fossero (e ci siano) degli interessi -economici, politici, militari, ecc.- ben precisi, piuttosto che essere solo il risultato di menti criminali.
Personalmente, dopo molte letture, credo di poter affermare con una certa sicurezza che spesso siamo in presenza di vere e proprie menti criminali, che fanno quello che fanno a causa di forti traumi psicolgici interiori; ma che tuttavia, i loro crimini vengano utilizzati da gruppi di interesse per creare terrore e mantenere così un certo status di potere.
Per capirci: nella Repubblica di Weimer di inizio anni Trenta, c'era più di uno che desiderava l'avvento di un potere dittatoriale. Probabilmente, anche molti cittadini comuni aspiravano ad avere un "uomo forte" che prendesse il potere. Se non ci fosse stato Hitler, probabilmente ci sarebbe stato qualcun'altro. Magari questo qualcuno avrebbe anche messo in atto una repressione verso gli Ebrei (si doveva trovare un capro espiatorio, no?). Ma non è scritto da nessuna parte che questo regime doveva configurarsi come quello Nazista. Se non ci fosse stato un pazzo come Hitler a sapersi muovere in quelle circostanze, le cose sarebbero andate, probabilmente, in modo molto diverso.

Tuttavia, detto questo, restano delle domande.
Come è possibile che dei pazzi simili riescano a prendere il potere e a fare quello che hanno fatto?
E come è possibile che la popolazione possa accettarli?

Bene.
Ho recentemente letto un libro molto interessante, scritto da un professore di Clinica psichiatrica -Gian Carlo Nivoli- che mi sembra rispondere bene a entrambe queste domande.
Il titolo del libro è Assassini dell'umanità, ed è edito da Centro Scientifico Editore (prima edizione 2003).



Scrive l'autore:
«L'assassino dell'umanità manifesta un disturbo mentale legato a un patologico desiderio di distruggere la vita degli esseri umani», ma è anche dotato di una «"notevole abilità manipolatoria" [...] su grandi massi di persone [...]. Questi tiranni si sono dimostrati particolarmente intelligenti nel capire e sfruttare a proprio vantaggio le circostanze sociali, abili nei rapporti personali, astuti nel progettare e percorrere con successo una propria carriera sociale, politica, economica, militare, religiosa ecc..".

In effetti, uno potrebbe chiedersi: ma se Hitler è stato così abile a prendere il potere, allora, doveva avere qualche forma di intelligenza. Com'è possibile che fosse anche pazzo?

Nivoli fa presente come la «sagacia manipolatoria» e l'«abilità nel suggestionare gli altri» sia «propria di molti criminali. Ricordiamo, tra questi ultimi, gli psicopatici violenti omicidiari, soprattutto allorquando vengono ricoverati in ospedale psichiatrico giudiziario e sottoposti a un tentativo di trattamento e riabilitazione sociale. Costoro riescono sempre con grande facilità a sedurre, dividere, strumentalizzare il personale che cura il loro reinserimento. Per esempio, quasi sempre riescono a fa entrare in rotta di collisione le varie autorità e i loro sottoposti (ad esempio, il caporeparto e i suoi dipendenti) sfruttando, con intelligenza, non solo le emozioni delle persone ma eventuali lacune oiettive del sistema sanitario e rieducativo. [Grassetto mio]».
Quindi, non stupisce che pazzi come Stalin od Hitler (o esempi più recenti) possano riuscire a manipolare, sia quelli che stanno loro intorno, sia le grandi masse. Questa capacità è tipica proprio di questi tipi psicologici (malati). Del resto, chiunque abbia visto qualche puntata di Criminal minds, può aver osservato mettersi all'opera dei maniaci dotati però di grandi capacità progettuali per i fini che si propongono.

Nelle enormi stragi compiute da questo tipo di dittatori sanguinari non c'è, secondo me, praticamente niente di razionale. Per far capire il concetto: gli schiavisti americani erano spesso dei sadici di prim'ordine. Tuttavia, la ragione prima dello schiavismo non era il desiderio di soddisfare questo sadismo, ma quello di rispondere a ben precise esigenze economiche (consiglio questo libro). Nei massacri hitleriani, spesso gli Ebrei venivano sfruttati nelle industrie, ma solo in via secondaria. Piuttosto, il lavoro era una forma di tortura, un modo per ucciderli, piuttosto che un modo per guadagnarci sopra (e su questo, consiglio quest'altro libro). Come primo elemento c'era il sadismo. E lo stesso vale per i crimini staliniani.

Ma come è possibile che le masse abbiano seguito questi folli nella loro opera di distruzione?
Il libro di Nivoli mostra, pur senza approfondire (ma volutamente: non è uno storico), i modi in cui Hitler e Stalin riuscirono a manipolare chi gli stava incontro, per arrivare a prendere il potere. E anche il modo in cui riuscirono a lavorarsi la popolazione per mantenere quello stesso potere.
Abbiamo detto che queste capacità di manipolazione fanno proprio parte di queste personalità criminali. Però, evidentemente i popoli sono sempre facilmente disponibili ad essere affascinati dai pazzi.

Certo, è anche vero che «più un popolo è insicuro, senza speranza, fragile e frustrato, più cerca un "salvatore" che possa far uscire allo scoperto tutta l'aggressività accumulata nelle continue frustrazioni e poi dirigerla verso precisi capri espiatori che diventano i colpevoli da abbattere e distruggere. Avranno campo libero i sentimenti maniacali di grandezza: tutto sarà possibile attraverso la sicurezza e la potenza di un gruppo sociale eletto e invincibile».

Nivoli utilizza le figure di Hitler e Stalin come esempi di due modelli un po' diversi: quello prevaentemente «omicidario» (Stalin) e quello prevalentemente «suicidario» (Hitler). In quest'ultimo, oltre alla componente omicidaria, ci sarebbe anche quella autodistruttiva, non solo della propria persona, ma anche del proprio paese. Si ricordi infatti che Hitler alla fine non uccise solo sé stesso, ma avrebbe voluto distruggere anche tutta la Germania.
Però ripeto, i due personaggi hanno un valore solo esemplificativo. La questione si allarga a tutte le tipologie dei pazzi criminali che dominano il mondo.

L'argomento, a mio parere, è di strema attualità. Infatti, «uno sguardo alla cartina geopolitica del mondo permette di classificare, seppur in modo grossolano e opinabile, come democraticisolo all'incircail 50 per cento dei regimi statali attuali. Tra la restante metà dei popoli che non possono contare su un sistema rappresentativo reale, la proporzione di dittatori, tiranni, criminali di guerra ecc. assurti alla posizione di comando potrebbe variare tra il 20 e il 40 per cento. Allo stato attuale, nel mondo, non meno di una dozzina di leader potrebbero essere considerati, dalla maggior parte dei mezzi di comunicazione di massa occidentali, come delinquenti e come despoti crudeli e sanguinari».

L'argomento è duro, ma merita di essere approfondito. E questo testo mi sembra un buon punto di partenza.

Saluti a tutti.

Alla prossima.







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