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lunedì 27 gennaio 2014

Recensione: storia della tortura!

Nel giorno della memoria è giusto ricordare soprattutto le stragi naziste.
Personalmente, credo che il piano di eliminazione degli Ebrei sia stato di una spietatezza insuperabile nella storia. Ed assurdo anche per la sua incredibile gratuità.
Ogni massacro è gratutito, ma questo in modo particolare!

La storia però, come diceva Hegel, è un "mattatoio".

E a chi interessa studiarla in tutti i suoi aspetti, anche in quelli più truci e spietati, consiglio un libro piuttosto singolare.
Avviso però, che nelle PROSSIME RIGHE SARA' PRESENTE MATERIALE CHE PUO' URTARE MENTI SENSIBILI, E A CUI QUINDI SUGGERISCO DI INTERROMPERE LA LETTURA.

Il libro di cui sto parlando è Storia della tortura, di George Riley Scott (Mondadori, 1999, 11 euro).


Per quanto assurdo ed incredibile, tutti sappiamo come la storia sia stata costellata da ampi esempi di questa pratica. Sembra quasi che questo desiderio di torturare gli altri sia connaturato all'uomo.

L'autore allora cerca di ricostruire quali sono o quali possono essere le motivazioni psicologiche di questo "gusto" della tortura.
Tutta la prima parte è praticamente dedicata a questo aspetto della ricerca. Ovviamente, cause fondamentali possono essere il sadismo e il masochismo.

Ma possono esserci anche ragioni di tipo più sociologico o politico.
Ci sono veri e propri casi di "tortura di massa". Una piccola parte è dedicata quindi a studiare la psicologia delle masse in rapporto a questo problema.
Comunque la tortura può rappresentare una forma di dominio individuale o sociale. Forti legami possono esserci tra la tortura e la religione, il martirio, i sacrifici, ecc..
Una piccola sezione del libro è dedicata a descrivere la sostanziale inutilità della tortura ai fini di una confessione.

La seconda parte è dedicata invece alla storia vera e propria: dai popoli selvaggi e primitivi, ai Greci e Romani, al Medioevo. Ovviamente grande parte è dedicata alla Chiesa e all'Inquisizione.
"in ogni paese in cui esisteva l'Inquisizione", scrive l'autore, "chi aveva la temerarietà di civettare con  una qualsiasi forma di eresia, viveva [...] in uno stato di continuo terrore".
Una sezione è dedicata alla tortura delle streghe.

Per queste, bastava poco per individuare i segni del Diavolo: nei, verruche, macchie, cicatricei inusuali: le "streghe" venivano denudate e rasate, per poter scovare la presenza dl maligno.
Ma c'erano anche i segni "invisibili": cioè punti dove la carne era insensibile al dolore.
Ora, per verificare questa presenza, si punzecchiva la donna sospetta con unostrumento acuminato in tutto il corpo, finché quella, per far cessare la tortura, smetteva di gridare dal dolore. A questo punto, la poveretta veniva condotta suol rogo, perché era stato individuata la presenza del diavolo!!!???!!!

Tra la'ltro, ai "punzecchiatori" conveniva trovare dlle streghe, perché spesso venivano pagati per ogni condanna. E naturalmente, molte donne pagavanoa loro volta per non essere "sospettate".

Una parte è dedicata alle pratiche dei paesi orientali: in Cina, per esempio, si usava molto schiacciare le dita o le caviglie. In india, ancora nel XIX secolo, si torturavano i bambini delle scuole, innalzandoli in alto con delle carrucole e poi buttandoli nelle ortiche. Non mi dilungo su altre pratiche.
Grande spazio alle torture degli schiavi americani.

Un paragrafo è dedicati ad alcune figure di famosi torturatori.
Ovviamente, di molti di questi casi siamo tutti a conoscenza grazie a film, documentari, libri, ecc.. Ma posso garantire che, se si ha il fegato di leggere tutto, ci sono molte (brutte) sorprese.
Non sempre, tra l'altro, la tortura ha avuto un ruolo negativo: per esempio, tra molti popoli primitivi si torturavano i giovani proprio per abituarli a sopportare eventuali sofferenze inflitte loro dai nemi che li avessero catturati nelle battaglie.

La terza parte è dedicata alla parte più truce di tutto il testo: le tecniche di tortura: dal palo, al rogo, all'olio bollente, alla marchiatura, allo squassamento, alla sepoltura da vivi, ecc.. Non consiglioquesta parte agli stomaci deboli, ovviamente.

La quarta ed ultima parte è dedicata infine ad una sorta di "processo  alla tortura", cioè ad una critica (seppure ce ne fosse bisogno) ad essa.
il fatto è che, al di là degli aspetti umanitari, la tortura si è dimostrata un metodo del tutto inefficace per gli scopi, almeno quelli ufficiali, che si proponeva: per esempio, non è utile a debellare il crimine.


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