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giovedì 19 novembre 2015

Gesù: è davvero esistito?

Gesù.
Uno dei più amati e controversi personaggi della storia.
Ma è davvero esistito?
Bè, certo, tutti i cristiani, in coro, risponderanno: «Sì, è ovvio!». E del resto, come sarebbe possibile, altrimenti, che si sia creata una religione così duratura e diffusa come quella del Cristianesimo? E' possibile che questa Fede sia tutto frutto di invenzione, di San Paolo, degli Apostoli, ecc.?
Eppure, c'è una corrente di studiosi, i cosiddetti «negazionisti» o «miticisti», che affermano con forza la non esistenza di Gesù. Che Gesù sia un «mito»,appunto.
Ammetto subito che personalmente, pur essendo da sempre stato un appassionato della storia di Gesù e delle sue vicende terrene, non sono mai riuscito ad avere le idee chiare in proposito. Almeno fino ad ora. In effetti, ci sono dei documenti scritti che parlano di Gesù? C'è qualche testimonianza che possa dirsi affidabile? Non potrebbero avere ragione i «negazionisti»?

Queste idee mi sono state finalmente chiarite da uno studioso che seguo da tempo e che è abbastanza noto. Si tratta di Barth Ehrman.
Si tratta di un «esperto»: insegna nell'Università del North Carolina, dove dirige il dipartimento di studi religiosi, ed è un autorevole studioso del Nuovo Testamento, autore di numerosi saggi. Di lui ho letto altri testi, e ne ho sempre apprezzato il rigore scientifico e la capacità di esporre in modo chiaro ed esaustivo concetti molto complessi.
Consiglio i suoi testi a tutti quelli che sono interessati a questo tipo di tematiche.

Barth Ehrman, 
Gesù: è davvero esistito? Un'inchiesta storica
Mondadori, 2013, 19 euro

Ma veniamo a Gesù.
Naturalmente, qui non sono in discussioni questioni di tipo teologico e religioso. La fede è fede, e nessuna Verità di Fede potrà essere distrutta o disturbata da un qualunque libro. Però, a chi volesse approfondire l'argomento con spirito «agnostico», questo libro risulterà molto interessante e gradevole. Il che non vuol dire, naturalmente, che contenga la Verità con la V maiuscola. Ci sarà sempre da approfondire e da scoprire cose nuove. Per fortuna!


Il testo è diviso in una pars destruens e in una pars costruens.
La «parte distruttiva» è dedicata alla discussione delle teorie dei negazionisti, autori della teoria «miticista», secondo la quale Gesù sarebbe un «mito» creato a posteriori.
Ora, se questi studiosi popolano in gran quantità nel web, è giusto segnalare, come fa Bart, che nessuno di loro può dirsi davvero un «esperto», cioè uno che insegna in una qualche Università o qualcosa di simile
Personalmente amomolto le teroie «alternative». Però, credo che non possa non avere qualche significato che tutti -tutti- quelli che dedicano la vita e il proprio lavoro allo studio dei testi testamentari credano ad una certa cosa.
Tutti gli studiosi «ufficiali» ritengono che Gesù sia esistito.

Altrettanto significativo è il fatto che la maggior parte dei  testi miticisti sono pieni zeppi di errori. Alcuni di questi testi non possono proprio essere presi in considerazione. Non ha senso confutare chi riporta tutta una serie di dati falsi. Tra gli altri, Ehrman fa l'esempio di una certa Acharya S (uno pseudonimo) che asserisce che non possediamo manoscritti del Nuovo Testamento precedenti al IV secolo. In realtà, ne abbiamo molti, anche se frammentari, del II e III secolo. E così via. E' chiaro che un testo simile non può essere preso in considerazione.
E' vero invece, che ci sono alcuni miticisti che hanno comunque qualche titolo e che scrivono qualche testo più serio. E sulle teorie di questi autori, Ehrman si sofferma a lungo, smontando una ad una tutte le loro asserzioni.

Far notare, per esempio, che non esistono fonti storiche non cristiane nel I secolo è certamente corretto. Ma questo non dimostra nulla. Il vero «mito», afferma Ehrman, è ritenere che «i romani tenessero una documentazione particolareggiata di ogni avvenimento». Per dire, Ponzio Pilato fu uno dei personaggi più importanti della Palestina romana. Eppure, su di lui abbiamo pochissime testimonianze.
Invece, va notato che gli estensori dei Vangeli furono, molto probabilmente, persone che non conobbero personalmente Gesù, ma che ne avevano sentito parlare. Si ricordi che i Vangeli furono scritti in greco. Ora, questo non dimostra la grande diffusione di questa fama in lungo e in largo?
A questo si aggiungano le fonti che, a partire da circa 70 anni dopo la morte di Gesù, parlano di lui: Plinio il Giovane, Svetonio, Tacito e Giuseppe Flavio. Molti studiosi concordano sul fatto che nel caso di Giuseppe Flavio, il passo che parla di Gesù appaia modificato da qualche copista successivo. Tuttavia, se si tolgono le parti più chiaramente interpolate, non risulterebbe affatto incoerente o incredibile la ciotazione di Gesù anche nell'originale. Proprio a livello di metodo, non è corretto scartare tutte le prove contrarie alla propria tesi affermando che si tratta di «interpolazioni successive». Questa cosa va dimostrata.

Le argomentazioni dei miticisti sono tutte analizzate e discusse. Per esempio, questi studiosi si chiedono come mai Paolo non parli mai della vita di Gesù. Ma dove sta scritto che doveva farlo?
Paolo scrisse delle lettere legate ad occasioni precise. Se non parlò della vita di Gesù è perché «non ebbe occasione di farlo». I destinatari delle lettere erano già dei cristiani e non c'era nessun bisogno di risvegliare in loro la fede. Paolo scriveva loro delle lettere per aiutarli a risolvere i problemi delle loro comunità, non per parlare della vita di Gesù. Del resto, questo avviene anche in molti testi di scrittori cristiani successivi (che certamente credevano nell'esistenza di Gesù). Per quale motivo? Perché quei testi non furono scritti con quello scopo.
Questa è solo una delle argomentazioni dei miticisti a cui risponde Ehrman.
E' chiaro che quella che sto facendo qui è solo un'estrema sintesi di tutte le argomentazioni riportate da Ehrman. Per gli approfondimenti, tra l'altro davvero interessanti, rimando al libro.

Tra le fonti cristiane, il posto di eccellenza, ovviamente, va ai Vangeli. Tuttavia, si chiede Ehrman, quanto sono affidabili, i Vangeli, come fonti storiche? 
Per i miticisti per niente, perché sono troppo chiaramente parziali.
E' vero. Ma questo vale bene o male per «tutte» le fonti storiche!
E' chiaro che i Vangeli sono «parziali». Ma non per questo non sono validi come prova storica e non devono essere presi in considerazione. Certo si deve tenere conto di questa parzialità.
Ehrman riporta tutta l'analisi fatta nel tempo dagli studiosi per ricostruire la fitta rete di relazioni che lega i Vangeli e le loro fonti. Alla fine, ne risulta che abbiamo almeno sette fonti scritte deducibili dai Vangeli e numerose fonti orali.


Per valutare l'attendibilità dei dati riportati dai Vangeli egli altri testi cristiani antichi, l'autore si basa su criteri come questo: le affermazioni fatte dai testi in nostro possesso sono tanto più probabili quanto più non rispondono a qualche specifico programma o fine cristiano. Per esempio, Marco, Giovanni, Paolo e Giuseppe Flavio dicono che Gesù aveva fratelli e (a parte Giovanni) dicono che quest'ultimo si chiamava Giacomo. Questo dato poteva avere qualche valore per i cristiani dei secoli successivi? No. Anzi, per certi aspetti era meglio far credere che Gesù non avesse fratelli per affermare che la Madonna si mantenesse vergine. E quindi, è probabile che il dato sia vero.
Altro esempio: il fatto che Gesù sia nato a Nazaret. Questo dato non è di nessun supporto all'idea di Gesù come Messia, visto che, nell'Antico Testamento, Michea aveva predetto che il Salvatore sarebbe nato a Betlemme (Mic 5, 1). Ed infatti, Matteo e Luca cercano proprio di spostare la nascita a Betlemme. Non possono negare il fatto che Gesù fosse originario di Nazaret, e quindi tirano fuori la storiella del censimento, ecc..

Mentre si procede nell'analisi, emergono quelli che dovrebbero essere gli episodi più verosimili di quanto viene raccontato di Gesù


Una volta dimostrata l'esistenza di Gesù, resta da chiarire in cosa consistesse effettivamente la sua predicazione. Cosa che Ehrman prova a fare nella parte conclusiva del libro.
Chi eraeffettivamente Gesù? Il Messia? Un pazzo? Un semplice predicatore? O cos'altro?

Su questa domanda, le teorie degli studiosi sono diverse. Ehrman, che si giudica un agnostico, ritiene che Gesù fosse un profeta apocalittico, cioè una figura (non del tutto anomala in quel periodo) che riteneva che la fine del mondo fosse vicina e che volesse spingere gli uomini a prepararsi a questa fine.
Si tratta solo di un'ipotesi, è chiaro. Ma può risultare interessante leggere le argomentazioni di Ehrman, anche in questo caso molto dense e persuasive.

Ma il vero «succo» del libro rimane quanto scritto prima.
Per il rigore scientifico con cui è scritto e per la gradevolezza e la scioltezza con cui si legge, lo consiglio davvero a tutti.

Saluti.
Alla prossima.

3 commenti:

  1. Interessante, peccato per quella ultima declinazione di apocalittica.
    Gesù è stato profeta apocalittico poggiato sulla lettura Enochica di Scitture e Profeti, una lettura opposta a quella farisaica del Secondo Tempio che ancora vediamo nelle tre religioni monoteiste, una visione filosofica presente peraltro in tutto il mondo antico coi euoi tanti e vari miti apocalittico-rivelatori. Tutti Ermetici e da capire.
    La nascosta rivelazione non consiste però in una più o meno vicina fine del mondo ma dice di un progressivo degrado dell'umanità generato dal'errore farisaico (dibolico-separatore) di visione dell'uomo. Un errore che genererà terribili conflitti, morte fisica dopo quella spirituale, e che si chiuderà infine con la sua eliminazione, con la corretta visione dell'uomo di sé : la fine del vecchio mondo, la apocatastasi-ritorno alle origini, senza più errore.
    @benadam49

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    Risposte
    1. Ciao, e grazie per essere intervenuto.
      Sì, come ho scritto ( e come afferma anche B. Ehrman) la questione su «chi fosse Gesù» è definibile (almeno per ora) solo per ipotesi.
      Tutto è possibile.
      L'importante è cercare di supportare le ipotesi con qualche documento, prova, testimonianza, riferimento. Qualcosa di «concreto» insomma! Per quanto concreto possa essere.
      In questo Blog comunque, ogni ipotesi è benvenuta.

      Un caro saluto.

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  2. Se non ricordo male ci fu un processo in cui furono scritti degli atti e Pilato fu a sua volta processato

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