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venerdì 11 dicembre 2015

I Generali di Hitler!

Ero in Biblioteca, e lì ho visto un libro che subito ha attratto il mio interesse.
Si tratta di Storia di una sconfitta, di B.H. Liddell Hart (BUR Saggi, 11,90 euro).
La prima edizione è abbastanza vecchiotta, risale al 1948. Ma l'autore ha rivisto il testo alla fne degli anni Settanta.
Riporto di seguito la sintesi ufficiale del libro:

«Alla fine della Seconda guerra mondiale si presenta un'occasione storica irripetibile: i generali e gli ammiragli di Hitler caduti prigionieri degli Alleati vengono interrogati e rispondono a caldo su come e perché sono stati battuti e costretti alla resa senza condizioni. Ne approfitta Liddell Hart, storico dell'arte militare del nostro tempo. Le campagne di Francia, di Russia, d'Africa, dei Balcani, i campi di battaglia in Occidente e in Oriente vengono così ripercorsi nella particolare ottica di quell'esercito che non riuscì a vincere la guerra».

                                                                                         

In sostanza si tratta di una sorta di storia del periodo Nazista vista con gli occhi dei generali e dell'esercito.
Come tutti i libri che parlano di guerra anche in questo compaiono dei passi abbastanza «pesanti», quelli che descrivono le battaglie e le motivazioni delle sconfitte e/o delle vittorie.
Però, nell'insieme risulta un libro molto interessante da vari punti di vista. Anche perché l'autore utilizza delle testimonianze raccolte in prima persona dai generali tedeschi.

Io ho imparato, per esempio, una cosa importante: che l'esercito tedesco non ha appoggiato in nessun modo l'avvento del Nazismo, anche se si potrebbe credere il contrario. Anzi, alcuni generali cercarono di ostacolare l'ascesa di Hitler, cosa per cui in seguito furono messi da parte. Il testo ricostruisce in modo accurato tutte le varie fasi dell'ascesa del partito Nazista inquadrandola in 
rapporto con l'esercito, e mostra come non ci fu affatto compiacenza da parte dei generali ad Hitler.

Questa ricostruzione degli eventi realizzata attraverso il punto di visto dell'esercito prosegue per tutto il testo: da tutti gli eventi di politica estera e militare degli anni '30 a tutti quelli della Seconda Guerra Mondiale. Qui è impossibile riassumerli, e vale la pena di leggerli direttamente. Ma c'è almeno una cosa su cui vorrei puntare l'attenzione.

I Generali, perlopiù, si opposero anche a due delle scelte più «strane», per dir così, fatte da Hitler durante la guerra. Mi riferisco al suo desiderio, da un lato di evitare a tutti i costi uno scontro con l'Inghilterra, e dall'altro, di attaccare la Russia.
L'episodio più eclatante è forse quello di Dunkerque: dopo la sconfitta durante la battaglia, le truppe inglesi riuscirono a sfuggire all'inseguimento dei tedeschi e a ripiegare sulla Manica. L'evento fu «caricato» molto dall'Inghilterra, ma in realtà, gli inglesi non erano «riusciti a fuggire». Piuttosto, i tedeschi li avevano letteralmente «lasciati andare», visto che erano stati bloccati da un ordine di Hitler. Secondo una testimonianza, Hitler avrebbe giustificato la sua scelta dicendo: «non volevo mandare i carri armati nelle palude delle Fiandre; e gli inglesi in questa guerra non li rivedremo più».
Ma a parte questo episodio, sembra che Hitler traccheggiasse moltissimo sui progetti di attacco all'Inghilterra. E su questo ci sono molte testimonianze. Evidentemente, il suo obiettivo era quello di cercare di raggiugere il prima possibile una pace.
Tra le altre cose, va citato il fatto che l'aiuto tedesco all'Italia in Egitto fu molto risicato: Secondo il generale Thoma, Hitler voleva inviare «un contingente quanto più piccolo possibile». Forse per non turbare troppo gli inglesi. O forse, in questo caso, per non dare troppa forza all'Italia, e per non spingerla a passare al nemico.
Da molte testimonianze risulta che Hitler temeva un possibile cambio di alleanze da parte della Russia, e riteneva che l'Inghilterra non si sarebbe arresa finché non avesse capito che l'appoggio russo non ci sarebbe stato. Da qui, la necessità di fare un attacco preventivo alla Russia. Ma il fatto è che, per elaborare quell'ipotesi, Hitler non aveva nessuna prova. Non sembra davvero che la Russia stesse pensando di cambiare fronte. E i generali tedeschi lo sapevano.
Da cosa ricavava, dunque, quell'idea, il Fuhrer?
Forse, dal ricordo di Napoleone. Il quadro di uno scontro con l'Inghilterra e la Russia ricalcava gli eventi che avevano portato alla sconfitta di Napoleone, ed ora potevano ripetersi. Quanto meno nella sua mente! In realtà, non c'era nessun motivo per cui la Russia si sarebbe dovuta alleare con l'Inghilterra contro la Germania.
Gli storici hanno cercato di spiegare questi vari fatti cercando delle ragioni razionali. Ma forse la spiegazione va cercata in motivazioni ideologiche. Nel Mein Kampf, Hitler aveva teorizzato l'alleanza con l'Inghilterra e la sottomissione della Russia e degli slavi (considerati esseri inferiori). E' ovvio, quindi, che i generali, che non erano accecati dall'ideologia, cercassero di attuare delle strategie militari più efficaci.

Nel libro si discute di questo e di molto altro.
Il testo è diviso in due parti: la prima è dedicata ai singoli generali e al loro rapporto con Hitler e il partito nazista. La seconda parte segue gli eventi della Germania del periodo nazista e li mette in relazione con l'esercito e i suoi vertici.
Un testo un po' pesante, ma certamente interessante!

Saluti.
Alla prossima.

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