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venerdì 18 dicembre 2015

La Roma di Dante: la Pigna di San Pietro!

Continua il nostro viaggio nei luoghi citati da Dante nella Divina Commedia!

I luoghi di Dante


Per ora ci stiamo occupando di Roma, anche in virtù dell'attenzione a cui è sottoposta in questo periodo grazie al Giubileo.
Ed è proprio in occasione del Giubileo, il primo Giubileo della storia, quello del 1300, che, forse, Dante visitò Roma. Abbiamo già visto alcuni riferimenti del Poema alla città: l'Albergo dell'Orso, Monte Mario e Ponte Sant'Angelo.
Oggi ci occupiamo invece della cosiddetta Pigna di San Pietro, o Pignone.
Trovandosi presso il pozzo dei giganti, Dante scorge l'immensa figura del gigante Nembrot, e, per suggerirne le proporzioni, paragona la grandezza della sua testa a quella della pina di San Pietro:

La faccia sua mi parea lunga e grossa
come la pina di San Pietro a Roma,
e a sua proporzione eran l’altre ossa;
(Inferno, XXXI, 58-60)


Questa pigna di bronzo, prodotta nell'antica Roma, a quei tempi era situata davanti alla chiesa di San Pietro (che era molto diversa dalla basilica attuale). Oggi, invece, si trova nel Cortile della Pigna realizzato dal Bramante nell'ambito dei Musei Vaticani.

 

La Pigna è alta quasi quattro metri. Gli studiosi hanno quindi cercato di calcolare la grandezza del gigante Nembrot. Date le proporzioni, la sua grandezza doveva essere di 25 metri. C'è da dire però, che quella di Dante non voleva forse essere un'indicazione precisa, ma solo un'allusione generica.
 

 
La Basilica di San Pietro ai tempi di Dante.
"Basilica di San Pietro 1450" di H.W. Brewer (1836 – 1903)

Nembrot viene punito, secondo Dante, in quanto fu colui che osò sfidare Dio con la costruzione della torre di Babele. In realtà, la Bibbia non fa alcun riferimento a questo fatto, ma questo è quello che la tradizione aveva riportato ai tempi del Poeta. C'è però da dire che Nembrot (Nimrot, nella Bibbia) non era affatto un gigante. Probabilmente, Dante sbagliò a causa della trascrizone dei Settanta: «gigans venator contra Dominum Deum».

"Inferno Canto 31, Nembrot, Gustave Dorè".  


Aggiungiamo qualche altra notizia sulla Pigna.
Essa venne trovata durante il Medioevo presso le Terme di Agrippa e risulta opera di un certo Publio Cincio Savio. Probabilmente decorava originariamente il vicino Tempio di Iside al Campo Marzio, dove, facendo parte di una fontana, gettava acqua dalle punte. Il suo ritrovamento diede il nome al Rione Pigna, tuttora in uso. Solo nel 1608 (e quindi tre secoli dopo la morte di Dante) venne collocata al centro dell'esedra del cortile del Bramante.

Saluti a tutti.
Alla prossima.




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