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lunedì 19 settembre 2016

La passione di un italiano nella Prima Guerra Mondiale! Piume baciatemi la guancia ardente!

Buongiorno a tutti.

Purtroppo, la storia lavora spesso sugli uomini e i ricordi come un grande vortice: travolge tutto e tutto disperde qua e là, stabilizzandosi solo su qualche traccia o qualche pezzo di vita.
Così, la Storia con la S maiuscola mantiene in sé solo alcuni grandi o piccoli episodi, a volte quasi sembrando di agire a caso.
Per questo, io amo molto cercare quei libri che vanno a riscoprire degli episodi piccoli e dimenticati. 
Forse solo perché sono curioso! O forse perché credo che a fare la "Storia" contribuisca anche la "storia", quella piccola, minuta. Quella sconosciuta ai più!

Così, quando mi è capitato tra le mani questo piccolo volume, l'ho letto con passione.

E' scritto da Vera Ambra e si intitola:

PIUME BACIATEMI LA GUANCIA ARDENTE


Si tratta di un romanzo liberamente ispirato alla vita del Bersagliere Ten. Salvatore Damaggio.
Un romanzo che però alterna il racconto vero e proprio ad una serie di riferimenti ad alcuni dei principali eventi storici della Prima Guerra Mondiale. Cosa che rende più agevole e gradevole la lettura.

Ma vediamola nella sostanza.
In pratica, il testo ricostruisce un piccolo -ma importante- episodio della Prima Guerra Mondiale avvenuto nello scacchiere del Pasubio il 2 luglio 1916.
Qui, gli Austriaci, dopo aver rovesciato una vera e propria tempesta di fuoco sul corpo d'armata italiana, sono ormai sicuri di avanzare per impadronirsi di un passo di importanza strategica per entrambi gli eserciti in lotta. Invece, senza aspettarselo in nessun modo, incontrano la decisa resistenza di Salvatore Damaggio (Tenente dei mitraglieri) e di sette commilitoni (da lui guidati) e, come lui, superstiti dalla precedente battaglia.
In modo del tutto inaspettato, ma grazie ad forte spirito di eroismo e di sacrificio, gli otto uomini riescono a respingere l'attacco austriaco e a impedire la sua avanzata.

Quindi, siamo in presenza di una storia vera ed intensa.
L'autrice ha deciso di raccontare questo episodio utilizzando la struttura di un romanzo piuttosto che di un saggio, probabilmente perché ha cercato di penetrare all'interno della mentalità e della psicologia dei personaggi.

La cosa risulta abbastanza evidente anche dal fatto che il racconto procede attraverso una serie di feedback e che è condotto in gran parte in prima persona (direttamente dalla voce e i pensieri di Damaggio)
Intanto, si apre raccontando di un giorno molto lontano da quel 2 luglio 1916. E' il 1933, e Salvatore Damaggio si trova in una situazione del tutto diversa da quella della guerra. Ora fa il medico. Anche se il pensiero di quello che ha fatto in quei giorni lontani,dei morti, lo tormenta ancora:

"Soltanto il miglioramento e la guarigione dei miei pazienti era in grado di sollevare quel peso con cui avevo imparato a convivere, e qualche volta a ignorare"

Improvvisamente, viene a sapere di essere considerato un eroe. E la cosa lo sorprende:

"Un eroe perché?", si chiede, "Per aver compiuto il mio dovere?".

Il motivo è che la cittadina di Schio, che nel 1916 sarebbe stata invasa se lui e i suoi compagni non fossero intervenuti, vuole premiarlo ed onorarlo. Lui non vorrebbe: "adesso la mia vita è qui. [...]. Adesso sono altre le armi con cui combatto le mie battaglie.".

La delegazione insiste, e alla fine l'uomo cede.
Ma non prima di aver rievocato il suo passato, quei giorni lontani ma sempre vivi nella sua mente e nel suo cuore:

"mi venne da piangere ripensando a quel ragazzino innocente che ero stato quando, con in testa un improvvisato cappello da bersagliere, cantavo: «Piume baciatemi la guancia ardente».

Questi versi, che danno il titolo al libro, fungono quasi da filo conduttore del racconto. Si tratta di un verso di una canzone dei Bersaglieri, che risuona continuamente nella testa del piccolo Salvatore Damaggio che, fin da bambino, sognava di diventare Bersagliere. 
La canzone, insieme agli scritti di Giuseppe Mazzini, ispirano la sua vita e lo fanno avvicinare alla guerra con l'entusiasmo di molti giovani patrioti di allora.
Guerra che poi andò come tutti sappiamo, con tutti i suoi drammi e le sue disillusioni.
Tuttavia, il coraggio, il patriottismo, la passione di Damaggio rimasero saldi fino alla fine, anche ben oltre l'episodio del racconto.

Un po' di retorica in un testo di questo tipo, è inevitabile!
Ed io, personalmente, non amo la retorica, tanto più quella di tipo patriottico. Però, secondo me, questo testo può risuotare molto gradito (soprattutto -ma non solo- a chi ama la storia). Dal racconto infatti, si emana tutto il respiro di un'epoca. Sembra di leggere un libro antico, scritto in quei tempi, con la passione e la psicologia di allora. In esso si può rivivere tutta la memoria e la coscienza di una generazione.

L'autrice, Vera Ambra, al 64o raduno dei Bersaglieri.

Lo consiglio.

Saluti.
Alla prossima!





1 commento:

  1. Il libro sembra interessante. Però, forse è davvero un po' troppo retorico! Ai tempi di oggi, ancora col patriottismo ...

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