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lunedì 29 luglio 2013

Recensione: Il viaggio dell'universo!

Come promesso tempo fa, ho cominciato a leggere uno dei libri che ho presentato qui.
Ho letto Il viaggio dell'universo, di Brian Swimme e di Mary Evelyn Tucker, pubblicato dalla Fazi.
11 capitoli, che vanno dall'Origine dell'Universo, a quella delle Galassie, del Sistema Solare, all'evoluzione dell'uomo, ecc..

Tra l'altro, gli stessi autori hanno prodotto l'omonimo film che è stato premiato agli Emmy Awards come miglior documentario del 2012.

Brian Swimme
Mary Evelin Tucker
Il viaggio dell'universo

Uscita: 21 giugno 2013
Casa Editrice: Fazi
Prezzo
: 15 euro

Devo dire che questo libro mi è piaciuto, soprattutto perché non mi è sembrato un libro rigidamente e freddamente “scientifico”.

Non voglio dire che manchi di basi e di presupposti scientifici. Qualcosa sull'argomento ne sapevo già e mi sembra tutto perfettamente corretto.
Ma è l'approccio che è diverso, perché si pone di fronte agli eventi in modo un po' più “filosofico” di quanto in genere non avvenga con libri di questo genere.
E a questo credo che abbia contribuito la presenza come autrice della Tucker, studiosa di religioni (ma anche forse il fatto che lo Swimme, oltre ad insegnare Cosmologia Evoluzionista al California Institute of Integral Studies, collabora anche con il dipartimento di Filosofia).


Frasi come questa, per esempio, contengono un qualcosa di poetico, che sembra suggerire molto più di quello che non dice direttamente:
“È stata la vita nel suo complesso ad apprendere come digerire i suoi alimenti” (a pag.66).
Il concetto viene naturalmente ampliato e spiegato, ma già di per sé la frase dice tutto. Sembra quasi il verso di una poesia.

Guardiamo a quest'altra frase:
“gli uomini che hanno deciso di imitare le renne sono diventati rapidamente un popolo di renne” (a pag.95).
Un concetto chiarissimo, quasi banale. Ma che mostra in modo sintetico e fortemente espressivo la grande capacità di adattarsi che ha l'uomo.
Questo per quanto riguarda lo stile del libro (che non è poco!).



Ma anche per i contenuti, il testo (tra l'altro molto piccolo), si distingue da altri dello stesso tipo. Esso esprime una intera visione dell'insieme, mostrando come in qualche modo ci sia stata da sempre un'intima esigenza alla vita nella materia. Non c'è alla base, o almeno non mi è sembrato, una visione finalistica, per cui le cose dovevano andare in un certo modo e basta. Ma c'è piuttosto l'idea che da sempre, nella materia, è insito un intenso desiderio di esistere, di vivere.

Forse gli autori si perdono un po' nel finale, quando, volendo tracciare le prospettive future, propongono la necessità di trovare un'armonia tra l'uomo e l'universo, arrivando a immaginare addirittura l'uomo come il “cuore dell'universo”. Per carità, la proposta è ben argomentata e non è una semplice riproposizione dell'ideale umanistico. E l'ipotesi di un'ideale armonia è certamente molto bella.
Ma il fatto è che essa è anche un po' astratta. E poi, se posso dirlo, anche un po' troppo abusata.

Comunque la lettura del libro è gradevole. E può insegnare molte cose soprattutto perché fa riflettere su molte cose.

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